Il conto delle lune Atto unico di Egle Doria Un tuffo nella memoria per ricordare su quali indicibili sofferenze e sfruttamento si fonda il benessere di cui oggi un po' tutti godiamo. Sapientemente tratta dall'omonimo romanzo IL CONTO DELLE LUNE (Catania, 2000) della compianta Marina Doria, la pièce teatrale è uno spaccato socio- econimico-culturale della Sicilia patriarcale, agricola e mineraria di fine '8oo e narra la vicenda di Mimì, una "carusa" che, per sfuggire all'infame lavoro in zolfara e ai pregiudizi legati alla sua condizione sociale e di donna, scappa, travestita da uomo, dal paese di origine e, dopo aver percorso l' altopiano solfifero agrigentino-nisseno, approda a Catania da dove proseguirà, poi, per l'America: dalla terra dei miti alla mitica terra. Il viaggio diventa, così, una metafora della trasformazione della condizione femminile che, attraverso la descrizione d'un fantastico cosmo, passa dal buio della miniera alla luce d'un nuovo sole. L'interpretazione di Egle è fantastica, magistrale; rapisce l'attenzione dello spettatore che ascolta ammirato e silenzioso e scopre, attraverso le parole sue e di chi sulla scena l'accompagna,
l'incanto d'una tradizione isolana nella quale ancor oggi affondano le nostre radici etno-antropologiche.
Prof. Eugenio Giannone
l'incanto d'una tradizione isolana nella quale ancor oggi affondano le nostre radici etno-antropologiche.
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